Valutazione del personale: strumento premiante o punitivo?
Si è tenuto ieri il primo degli incontri previsti dall’Amministrazione per affrontare, insieme ai Rappresentanti dei lavoratori, un percorso che porti alla condivisione di un sistema di valutazione del personale per il 2020 il meno conflittuale possibile.
Diciamo che come primo incontro non è andato poi così bene, considerato che, forse per colpa nostra, eravamo convinti che si partisse dalle basi della valutazione del personale e quindi riconsiderare se il sistema dovesse essere ragionato ed improntato sull’effetto premiante della valutazione stessa oppure se il fine della valutazione dovesse essere quello di “punire” eventuali nullafacenti.
Confintesa non è mai stata contraria a strumenti atti a valorizzare/premiare i colleghi che nel corso della loro vita lavorativa rendono di più in termini di professionalità, disponibilità, presenza e quant’altro.
Sapendo come il confine tra premiare chi merita e punire gli altri sia molto sottile, magari solo perché non ci sono simpatici, riteniamo che lo strumento della valutazione debba essere costruito su tre pilastri: Misurabilità; Oggettività; Trasparenza.
Proprio per questo non reputiamo un buon inizio di discussione partire dalla composizione del “Comitato di Conciliazione”, che dovrebbe rappresentare, secondo noi, la parte conclusiva del percorso prefissato.
Che importanza può avere da chi è composto tale Comitato se non si stabiliscono prima i compiti e l’autonomia di tale organismo?
Che senso ha stabilire chi ne sia il Presidente se non si sa quanto possa incidere sulle valutazioni del Dirigente in caso di contestazione?
Forse invece di iniziare un discorso che riguarda la ciliegina sulla torta sarebbe il caso di strutturarla bene questa torta in modo da ridurre al minimo, se non azzerare del tutto, la necessità di ricorre al Comitato di Conciliazione!
Per fare ulteriore chiarezza, ci preme ricordare che per l’Amministrazione il ruolo del Comitato di Conciliazione sarebbe quello di “ascolto” e di mera indicazione e non quello di imporre alcunché al valutatore.
Quindi di cosa parliamo?
Non sarebbe più opportuno analizzare tutto il sistema di valutazione del personale partendo, ad esempio, sul considerare utile inserire come elementi di valutazione i carichi di lavoro?
Gli elementi di valutazione previsti per gli anni 2018-2019 sono stati individuati nel: comportamento, nella performance organizzativa e nella assiduità partecipativa.
Secondo noi, e lo abbiamo esposto al tavolo, manca l’unico elemento oggettivo per valutare chi poi debba essere premiato rispetto agli altri e cioè i carichi di lavoro:
quante e quali pratiche mi vengono assegnate;
qual è il loro valore di complessità;
quante di queste ne evado e in che modo.
Questo elemento di valutazione renderebbe marginale anche l’elemento dell’assiduità partecipativa poiché in molti casi il periodo di assenza viene recuperato durante il periodo di servizio.
Ringraziamo la Consigliera Parrella per il lavoro svolto nel rappresentare al tavolo le diverse tipologie di composizione di vari Comitati di Conciliazione (ARAN, Ministero Interno, ad esempio) ma, a parte notare come in nessuno di essi fosse prevista una figura di provenienza dei lavoratori (RSU o Rappresentanti sindacali sempre ad esempio), non abbiamo potuto far altro che richiedere un nuovo incontro per iniziare il confronto dall’inizio…
Roma, 04/12/2019
Coordinatore Nazionale
(Walter Marusic)