Su le mani, i Lavoratori, vi hanno circondati!

 

 

Alzi la mano chi tra i dipendenti MEF (e non solo… purtroppo) ha realmente creduto che l’ormai famoso “affaire” lavoro da remoto, si concludesse con un lieto fine.
Sì dai, qualcuno, in totale buona fede, ci aveva creduto o forse sarebbe meglio dire sperato, ma tant’è, gira che ti rigira, siamo ancora qui a dire/denunciare gli stessi comportamenti antistorici e antilogici della nostra classe Dirigente.

Ma ci pare giunto il momento di non generalizzare più parlando della classe dirigente, estensione grazie alla quale i Capi Dipartimento, compreso il Capo del Personale, pensano di defilarsi.

Eh no! Ci dispiace ma ormai appare in tutta la sua evidenza che se determinati fatti continuano a ripresentarsi, sempre o quasi con gli stessi attori coinvolti, ciò è causato dalla “copertura”, più o meno diretta, perpetrata dai “vertici” della Nostra Amministrazione.

Per questo siamo stanchi di sentirci rispondere “ah ma quel Direttore non ha capito l’anima dello strumento che gli abbiamo messo a disposizione” oppure “eh ma se il Dirigente non si adegua alle nostre Direttive”, e altre amenità di simil contenuto!

Basta! Perché nel momento in cui si viene a conoscenza di errati comportamenti o di condotte molto borderline dei preposti, che influiscono sull’aspetto psicofisico dei lavoratori e delle loro famiglie, si ha l’obbligo di intervenire in maniera trasparente ed efficace…punto!

Se il lavoro da remoto, in tutte le sue forme attuative (Lavoro agile; coworking; telelavoro), non riesce ad essere trattato come valida alternativa “alla presenza in sede” del personale, ma continua ad essere pervicacemente visto come concessione, merce di scambio, regalia ai nullafacenti, nonché portatore sano di chissà quale deficienza organizzativa/lavorativa è perché questa visione è avallata dai massimi vertici dell’Amministrazione.

Persino un istituto come il coworking risulta, in maniera preconcetta, indigesto, il che è tutto dire.
Pensavamo, infatti, che trattandosi di svolgimento dell’attività di lavoro presso una sede MEF certificata dalla badgettatura almeno il coworking avrebbe avuto vita più facile, ed invece ecco spuntare le varie veline e contro-veline, riunioni carbonare e quant’altro, per far sapere al personale che sarebbero “gradite” massimo 2 giornate di coworking rispetto alle 5 previste nella Policy attuativa.

Niente da fare, altro giro altra corsa….

Nel frattempo, il mondo “lavorativo” fuori dal castello incantato MEF va avanti, corre… e noi ad arrancare inseguendo Direttive non applicate, o applicate poco e male, Dirigenti/Direttori che rivendicano la propria autonomia gestionale solo quando non vogliono perdere lo scettro di Capo mentre quando si tratta di valorizzare i propri collaboratori ecco che ci sono indicazioni da Roma che bloccano il tutto o lo limitano fortemente.

Gli eventi vi hanno dato l’opportunità di dimostrare di sapere/volere organizzare le attività lavorative, di saper gestire i vostri collaboratori, purtroppo la state fallendo…… sulle spalle dei lavoratori.

Potevamo essere tra i più attenti sia alle problematiche dei lavoratori, sia all’innovazione del mondo del lavoro; potevamo essere veramente attrattivi verso l’esterno; potevamo dimostrare di avere una classe dirigente, a tutti i livelli, efficace ed efficiente nel saper valutare i propri collaboratori.

Potevamo…. appunto!

Chissà, forse dovremo aspettare l’intelligenza artificiale.

Confintesa FP, come sempre, vigilerà per portare tempestivamente, nelle sedi appropriate, le lamentele dei nostri colleghi.

Roma, 12/03/2024
                                                                                                          Il Coordinatore Nazionale
                                                                                                                   Walter Marusic

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