MEF: passaggi d’Area, ma non è che……
Si è tenuto, nella giornata odierna, un successivo incontro con l’Amministrazione avente ad oggetto le prossime Progressioni verticali ai sensi dell’art.18 del CCNL 2019/2021.
Dopo anni ed anni di attesa finalmente si sta procedendo in tal senso. Purtroppo, il non aver programmato i passaggi d’area negli anni passati ha fatto si che il numero dei colleghi della II Area, che hanno maturato l’aspettativa/diritto di vedersi riconoscere le reali attività svolte, aumentasse notevolmente a fronte di un “attuale” limitato numero di posti a disposizione.
La stessa questione non investe invece i colleghi della I^ Area che sono in numero inferiore rispetto ai posti messi a disposizione ma sempre troppo hanno atteso i passaggi.
Tornando ai colleghi della II^ Area la grande disparità tra i colleghi interessati da tali procedure ed i posti che l’Amministrazione ha messo a disposizione (rapporto di circa 1 a 5) fa si che in qualunque modo si operi nello scrivere le regole tanti, troppi, colleghi resteranno esclusi almeno in questa fase.
Che si opti per valorizzare l’anzianità di servizio ed anagrafica (c.d. esperienza maturata) o che si valorizzi la professionalità acquisita attraverso la valutazione delle performance o attraverso lo svolgimento di TEST il risultato sarà, purtroppo, quello di svilire quanto fatto negli anni dai colleghi.
Abbiamo fatto presente al tavolo che, anche in virtù della differenziazione delle attività svolte nei vari Uffici, non tutti i colleghi sarebbero messi nelle stesse condizioni per prepararsi ai Test.
Ci sono Uffici con carenze di personale estreme, altri con attività lavorative che prevedono tempistiche esasperate, ci sono poi colleghi che sono “gestiti” da altre autorità tipo le Corti di Giustizia Tributaria, o quelli che svolgono anche il front – office e la relativa utenza, al contrario, poi, c’è chi svolge attività che permettono una gestione più tranquilla dello studio. Senza scordare come ci siano colleghi più “freschi” di studi e/o con meno problemi personali/familiari.
Tutte queste oggettive differenziazioni sparirebbero nel caso si optasse per l’erogazione dei TEST, davanti ai quali saremmo considerati tutti allo stesso modo, tutti uguali, solo che tutti uguali non siamo.
L’analisi di quanto sinteticamente esposto ci fa sorgere una domanda: non è che anche in questa occasione si stia cercato di “tutelare” la nostra classe dirigente, togliendole di fatto ogni responsabilità derivante dall’esprimere una valutazione sul proprio personale e di conseguenza sul come venga gestito?
Per anni tanti colleghi del MEF hanno svolto mansioni superiori, per senso del dovere e spirito di sacrificio, sarebbe ora che qualcuno si assumesse le proprie responsabilità valutando correttamente il lavoro svolto fino ad ora e dimostrando che: a) sanno compiere il proprio dovere; b) non sempre a fare le brave persone ci si rimette.
Si dirà che non tutti i Dirigenti ispirano fiducia nella gestione del Personale; Vero, lo abbiamo più volte denunciato, ma l’unico modo per modificare la rotta è quello di essere valutati (per iscritto) ed acquisire così uno strumento per potersi difendere e mettere in evidenza le criticità del sistema di valutazione.
Finché non si inizierà a pretendere la valutazione, con le conseguenze che ne scaturiscono anche per i valutatori, il sistema non cambierà mai, continueremo a lamentarci nei corridoi guardandoci bene dal disturbare il “conducente”.
Ultimo esempio cronologico riguarda le istanze dello smart-working; quanti Dirigenti ci hanno detto a voce come presentarle senza mettere nulla nero su bianco?!
Sappiamo bene che non si tratta di “contrattazione” bensì di “confronto”, ma riteniamo corretto ribadire che i dipendenti pubblici non temono di essere valutati e sono stanchi di essere considerati Tutti alla stessa stregua.
E’ stato previsto un ulteriore incontro in materia per la settimana prossima, vi terremo aggiornati.
Roma, 06/07/2023
Il Coordinatore Nazionale
Walter Marusic
La disamina è valida, manca un punto a mio avviso: un collega con 40 anni di servizio per lo più passato a svolgere mansioni superiori ( basta guardare che una seconda area fa il segretario di sezione presso le Corti di giustizia come quelli di terza Area ) raggiunge lo stesso punteggio di 40 punti come uno con 16 anni di anzianità visto che ogni anno vale 2,5.
Grazie per il vostro impegno.
Il problema dei segretari di sezione sia di Area III che di Area II è un problema che nasce dalle norme, e che più volte abbiamo sollevato ai tavoli negoziali, per cercare una soluzione.
Chiaramente all’Amm.ne non fa comodo risolvere la questione visto che in questo modo può utilizzare un Area II (con minori risorse quindi) per svolgere mansioni “superiori”.
Continueremo a porre il problema e di risolverlo il prima possibile.
Grazie