MEF: Policy coworking varie ed eventuali!
Così come richiesto dalle Sigle firmatarie del CCNL 2022/2024, CONFINTESA FP, FLP, CISL, e UNSA nella giornata di mercoledì 26 febbraio si è svolto l’incontro con il Capo Dipartimento DAG e il Capo del Personale in vista della prossima scadenza della policy del coworking, fissata per il 28 di questo mese.
Tale scadenza necessitava di una proroga “tecnica”, in continuità e senza la necessità di ripresentare alcuna domanda di adesione, che permettesse di poter usufruire di un Istituto che ad oggi sta restituendo ottimi risultati sia per i Lavoratori/Lavoratrici che per l’Amministrazione stessa.
L’Amministrazione è convenuta sul punto con le Organizzazioni Sindacali, anche in considerazione degli ottimi riscontri avuti dall’applicazione di detto Istituto.
Proprio tenendo conto di questi più che positivi risultati è stato chiesto all’Amministrazione di poter rendere periodiche delle ”finestre” con le quali offrire la possibilità – una volta effettuati i dovuti riscontri, di poter presentare nuove domande, attualmente su circa 500 postazioni messe a disposizione ne risultano “coperte” 469.
Come Confintesa FP non abbiamo invece aderito alla richiesta, proposta al tavolo, di prorogare fin da subito anche la policy sullo smartworking al fine di allinearla a quella del coworking, in quanto riteniamo che le novità introdotte dal CCNL 2022/2024, vadano discusse ed attuate il prima possibile a cominciare dal superamento della cosiddetta “prevalenza dell’attività lavorativa in presenza”, e/o dal riconoscimento di ulteriori criteri di priorità valide per l’estensione del numero dei giorni fruibili in smartworking.
Non vogliamo aspettare la scadenza di maggio 2025, per iniziare a discutere dei miglioramenti offerti dal nuovo CCNL.
L’occasione è stata utile anche per chiedere informazioni ufficiali circa la ricaduta che avrà l’attuazione della Legge delega il previsto accorpamento delle Corti di Giustizia Tributaria sul personale (piano attualmente all’esame del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria quale organo di autogoverno) in considerazione del fatto che le uniche notizie attualmente disponibili risultano essere quelle che circolano sulla stampa.
L’obiettivo, ambizioso, che il MEF si è dato è quello di avere meno giudici, ma di professione, riducendo di conseguenza le Corti e centralizzandole a livello regionale, considerando che con il passaggio del giudice tributario, da onorario a professionale, il numero delle toghe in servizio in primo grado crollerebbe dagli attuali 1.648 a 448.
Tale riordino, prevederebbe quindi la chiusura ed il conseguente accorpamento di ben 64 corti su 103 (il 62%) nonché il mantenimento di una sede di secondo grado per ogni Regione.
Attualmente si può solo evidenziare come dai territori coinvolti dalla Riforma si stiano sollevando molte perplessità soprattutto da parte degli organi professionali.
Vigileremo sull’iter della Riforma e sulle ripercussioni che la stessa avrà sul personale interessato.
Roma, 28/02/2025
Il Coordinatore Nazionale
Walter Marusic