MEF: CCNI, PEO – PRESTO CHE E’ TARDI!

 

 

 Lo avevamo scritto tempo fa (comunicato del 31 luglio) che a mettere troppa carne a cuocere si rischiava di far bruciare tutto. L’Amministrazione, invece, si è incaponita a voler portare avanti più di un Accordo cercando, tra l’altro, di far sì che la sottoscrizione di un Accordo facesse da traino all’altro, impantanando le cose ancor di più.

Ma, andiamo con ordine:

Informativa orario di lavoro: abbiamo fatto presente come secondo noi l’art.4 riguardante la “Banca delle ore”, non rientri nelle materie oggetto di semplice informativa ma tra quelle di confronto, per il resto nulla da osservare sull’ultima bozza proposta.

PEO: in questi mesi l’Amministrazione ha cercato in tutti i modi di portare a casa la sottoscrizione dell’Accordo sulle prossime PEO spostando, grazie all’uso di un “bilancino di precisione”, micro percentuali da una parte ad un’altra dei criteri, in virtù delle osservazioni arrivate dal tavolo.   

Aggiungi uno 0,001 al peso dell’anzianità anagrafica, togli uno 0,001 da un’altra parte, metti un pizzico di sale all’esperienza maturata presso il MEF, togli qualcosina al peso dell’esperienza maturata presso altre Pubbliche Amministrazioni ed ecco che si è bruciato tutto.

Si era partiti con il voler chiudere la partita delle procedure 2021/2022, sequenza interrotta nel 2023 a seguito dell’attivazione delle PEV, bene, riprendiamo quella idea e portiamola il prima possibile a compimento, poi per le PEO 2025 ci si rimetterà intorno al tavolo ognuno con le proprie proposte!

Restiamo convinti che per risolvere molte di tali criticità andrebbe discussa, seriamente, l’interpretazione che Funzione Pubblica e Ragioneria Generale danno della selettività e cioè che “il grado di selettività effettivamente realizzato è determinato dal rapporto tra aventi diritto e PEO riconosciute che deve essere inferiore o al massimo uguale al 50%.”. 

Che è come dire che “possono diplomarsi al massimo il 50% dei maturandi o il 50% dei laureandi o dei pretendenti alla patente di guida” perché altrimenti non viene applicata la selettività.

È chiaro come una siffatta indicazione sia una vera e propria tagliola per i lavoratori, obbligando poi ad utilizzare il “bilancino” che, per quanto possa essere preciso, creerà in ogni caso una notevole platea di esclusi e di scontenti.

Ipotizzando di alzando tale percentuale ad almeno il 70%, degli aventi diritto, tante criticità forse verrebbero risolte, in attesa di utilizzare l’unico vero criterio di selettività ovvero la meritocrazia attraverso, magari, i vecchi cari carichi di lavoro.

Ma qui si aprirebbe un altro discorso…..

Vedremo, ad ogni modo, se l’ulteriore tempo preso per riordinare le idee porterà ad un documento condivisibile dalla maggioranza delle OO.SS. oppure no, ricordando che il tempo stringe e non si può rischiare di far perdere ai colleghi, anche nel 2024, questa opportunità…. magari per uno 0.0625 di differenza.

CCNI: Dopo tanti anni senza la sottoscrizione di un Contratto Integrativo speravamo che l’Amministrazione presentasse proposte più articolate e comprensive di maggiori Istituti (smart-working e co-working su tutto) e non rivedersi presentare un Accordo su nuove o rimodulate Indennità, tra l’altro neanche esaustive.

Altra occasione persa……

Ad esempio, si è persa l’occasione di entrare nel merito della Contrattazione decentrata di sede e di una maggiore “discrezionalità” da assegnare alle RSU.

Siamo stanchi di girare per le sedi del MEF, in occasione dell’ex 20% del FUA, e sentirci dire troppe volte che è più una perdita di tempo che altro, che si tratta di pochi spicci, che modificando la scala parametrale si rischia di incappare nella mancata certificazione, per cui alla fine meglio fare “copia e incolla” dell’Accordo Nazionale……

Siamo convinti che la Contrattazione Integrativa debba trovare il modo di permettere alle diverse RSU di incidere, all’interno della propria sede, sul riparto delle somme di propria competenza. 

Ci è stato fatto presente che essendo le risorse (dell’ex 20%) già esigue, si limerebbe la quota pro-capite, ma fermo restando che rientrerebbe nelle facoltà di ogni singola sede, nulla vieta di destinare alla contrattazione decentrata di sede percentuali maggiori del FRD;

Altri obiettano che si rischierebbe di creare una giungla dove in una sede si decida in un modo e diversamente in un’altra. A parte il fatto che crediamo che le diverse valutazioni siano alla base della contrattazione di sede, ci risulta che già così accada con la scala parametrale.

Che le obiezioni addotte non reggano lo dimostra il fatto che si sia deciso di demandare all’OPI l’individuazione di nuove indennità; ma dato che l’OPI non ha alcun potere istitutivo, ed ammesso che lo stesso arrivi mai a qualche conclusione, quest’ultime andranno riportate al tavolo di contrattazione Nazionale, cioè al tavolo dove siamo impegnati in questi giorni e che a sua volta sta demandando all’OPI che trasmetterà al tavolo che demanderà…..(!?)

Vabbè avete capito.

Ricordatevi quindi da chi dipendete, quando, ai vari tavoli negoziali per la contrattazione decentrata di sede, vi diranno che la RSU non ha potere in tal senso …..

Vi terremo aggiornati sul proseguo degli incontri.

 

Roma, 11/10/2024

                                                                                                 Il Coordinatore Nazionale

                                                                                                          Walter Marusic

 

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