RTS Roma: Tranquilli, siamo su scherzi a parte!

 

  Ci occupiamo per l’ennesima volta dellaffaire della RTS di Roma, che prevedeva chiusura, lascito dell’immobile (a chi?), e relativo trasferimento del personale, delle pratiche e di quant’altro, assolutamente ed irremovibilmente entro il 1° Agosto 2017.

Considerando che siamo arrivati al 5 settembre e molto è ancora da realizzare prima del definitivo rilascio dell’immobile, perché tanta urgenza nel far partire l’attività di trasloco, invece di programmare con più calma ed oculatezza le varie fasi?

I colleghi che, in attesa di trasferirsi, ancora prestano servizio nella sede di via Parboni non meritano di essere abbandonati a loro stessi: sporcizia, mobilio accatastato ovunque, rumori assordanti provocati dai lavori eseguiti durante l’orario di lavoro, operai che entrano ed escono dallo stabile, utenza da ricevere, ditte di trasloco, servizio di portierato organizzato alla meno peggio, pratiche che fanno avanti ed indietro con via di Pigafetta per essere siglate.

Norme di sicurezza e di igiene completamente ignorate.

Non si poteva, ad esempio, aspettare la messa in opera del front-office di via Pigafetta ed evitare così ai colleghi di dover fare avanti ed indietro durante il turno di ricezione dell’utenza che, ricordiamo, avviene tutt’oggi in via Parboni?

Da che mondo è mondo la fretta è una cattiva consigliera! Quello che ci piacerebbe sapere è cosa giustifichi tutta questa fretta organizzativa se poi via Parboni è nel pieno del suo “splendore”. Stiamo per caso pagando penali per il ritardo nel rilascio dell’immobile? E in caso di risposta affermativa di che cifre parliamo?

Se via Pigafetta piange, Piazza Mastai di certo non ride considerato che stiamo ancora aspettando la consegna dei locali della sede che dovrebbe momentaneamente accogliere i colleghi in attesa di trasferirli successivamente nell’altra palazzina sempre di piazza Mastai che deve essere ancora bonificata dall’amianto.

Palazzina di Piazza Mastai che, secondo una voce che gira da tempo, sarà comunque una sede provvisoria in quanto il personale sarà trasferito nuovamente tra circa un anno nell’immobile di Largo Ascianghi.

Se questa voce fosse confermata sarebbe interessante sapere perché spendere soldi per una bonifica dall’amianto di una sede temporanea e perché “per andare a dama” (immobile di Largo Ascianghi) si è fatto transitare il personale e tutto il mobilio per ben due sedi provvisorie. Altro che stress da lavoro correlato!

Non ci aspettiamo risposte serie e/o concrete da chi sta gestendo in questo modo tutta l’operazione, molto probabilmente saranno altri a fornircele.

In attesa delle risposte Noi continueremo a fare sopralluoghi, segnalazioni e tutto ciò nelle nostre facoltà al fine di tutelare i nostri colleghi.

Come sempre, Vi terremo informati.

Coordinamento MEF

Walter Marusic

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