RTS di Roma: maledetto il giorno che Ti ho spostato!

  

Lo abbiamo detto, lo abbiamo scritto, eppure sembra che il problema “RTS” di Roma non esista.

Da quando è iniziato il processo dello spostamento/smembramento della RTS da via Parboni a piazza Mastai e a via Pigafetta stiamo assistendo allo show degli orrori.

Tralasciamo, per ora, tutta la questione legata alle motivazioni che hanno indotto il MEF a lasciare in tutta fretta lo stabile di via Parboni, motivazioni che non hanno convinto nessuno e concentriamoci sulle due sedi di destinazione:

Piazza Mastai – con la querelle Amianto Si, Amianto No ed infine Amianto Si; opere di bonifica iniziate a trasferimento avvenuto ed ancora in fase di ultimazione; colleghi “ospitati” in altre stanze che tra poco dovranno nuovamente lasciare; armadi/archivi collocati per mancanza di spazio nelle stanze nei corridoi; il servizio front- office (ricezione utenti) che non si svolge a piazza
Mastai ma presso la sede di via Pigafetta, e che viene svolto da alcuni colleghi che però lavorano a piazza Mastai!!!!

Istituzione, perciò, del servizio navetta o come lo chiamano i colleghi “mal servizio” in considerazione di: ritardi, macchina guasta, macchina requisita, documenti che si smarriscono nel trasbordo, colleghi che restano per strada e vengono accompagnati da altri colleghi, modificata appositamente la fascia di pausa pranzo, e chi più ne ha più ne metta.

In aggiunta a tutto questo, sorge una domanda: non è che l’Agenzia delle Dogane, in fase di riorganizzazione degli Uffici, ci richieda indietro le stanze appena rimesse a nuovo?

Sede di via Pigafetta – pronti via trasferimento dei colleghi appena avvenuto e tac si guasta il sistema di aria condizionata, facendo un caldo infernale si acquistano condizionatori provvisori, peccato che alcuni siano guasti. Nel frattempo si trasferiscono, da via Parboni anche i faldoni e vengono messi, alcuni non tutti per carità, in uno scantinato dove perfino i ragni si rifiutano di creare le loro ragnatele, e vogliono che ci scendano i colleghi!!!

E vabbe, che sarà mai…

Sarà, che l’area individuata per allestire il front-office non è adeguata, e che solo grazie all’intervento di alcune sigle sindacali (tra cui la nostra) che recatesi sul posto danno indicazioni tecniche architettoniche facendo spostare alcune postazioni per meglio utilizzare lo spazio a disposizione e ancor di più per salvaguardare la sicurezza dei colleghi preposti.

E vabbè, che sarà mai….

Sarà, che l’accesso al front-office si trova in prossimità, anzi no è proprio attaccato alla sbarra di accesso/uscita per gli autoveicoli e che la stessa si azioni passando sul dosso di rallentamento per capirsi: io sono un utente in attesa del mio turno fuori dal salone, passa qualcuno mette un piede sul dosso e sdeng la sbarra me la trovo sui denti.

Tra l’altro l’area in questione e cioè lo spazio antistante l’accesso al front-office è totalmente scoperto per cui se piove….se c’è il sole…..ma una pensilina costa troppo, e gli utenti che vengono non sono poi così tanto già “alterati” di proprio.

Tutto questo è stato più e più volte segnalato, anche attraverso diffide, a chi di dovere a questo punto si è costretti a pensare che ci sia la volontà o l’iinadeguatezza di qualcuno a creare disservizi su disservizi soprattutto sulle spalle dei colleghi e sulle tasche dei contribuenti.

Sicuramente qualcuno dovrà pur iniziare a porsi qualche domanda, sui costi e su eventuali risparmi che tutta questa operazione ha comportato o che avrebbe dovuto comportare, speriamo almeno che non siano stati riconosciuti premi per questo capolavoro.

Aspettiamo il completo insediamento del nuovo Capo Dipartimento e del nuovo Capo del Personale per portare alla Loro, e non solo alla Loro, attenzione questa storia infinita.

                                                                                   

                                                                                      Coordinamento Nazionale MEF

                                                                                                      Walter Marusic

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