Giustizia Tributaria: Quo Vadis?

            

 

Prosegue, ormai da anni, il dibattito su quale sia l’Organo dello Stato più idoneo a gestire le competenze dell’attuale Giustizia Tributaria.

Chi propone la Corte dei Conti, chi la Corte Costituzionale chi il Ministero della Giustizia e via discorrendo.

Tante sono le proposte di Legge presentate, in maniera trasversale e con le finalità più disparate, da singoli parlamentari o direttamente da Forze di Governo/Opposizione, al fine di attuare un Riforma della Giustizia tributaria.   Giustizia tributaria che regola i conteziosi tra i contribuenti e gli Enti impositori, con un valore di decine di miliardi.

Nessuna proposta di legge mette in dubbio la specificità di questa materia, piuttosto, ad essere messi in discussione sono il riordino organizzativo sul territorio degli Uffici giudiziari tributari, l’indipendenza e l’autonomia del Giudice tributario nonché tutta la parte retributiva.

Punto focale della diatriba è rappresentata dall’autonomia/indipendenza, la famosa “terzietà” che, per i promotori della Riforma, non può essere garantita dall’appartenenza allo stesso Organo Istituzionale, il MEF.

Non entriamo nel merito se basti o meno appartenere ad Organi istituzionali diversi per garantire l’autonomia e l’indipendenza, ma vogliamo sollevare con forza il punto di caduta di qualsivoglia percorso delle Riforme.

Nessuno affronta il discorso del Personale Amministrativo che da anni, con sempre minori risorse umane e con grande spirito di sacrificio, permette la funzionalità dei suddetti Uffici di Giustizia tributaria.

Che se ne parli o meno, pare doveroso ricordare che in quegli Uffici, tirati periodicamente per la giacchetta da un Amministrazione o da un’altra, non ci sono solo i Giudici tributari ma altresì migliaia di colleghi del MEF e di questi colleghi ci interessa conoscerne il futuro previsto in caso di “accorpamento” a questa o a quella Amministrazione: seguiranno le funzioni e quindi “migreranno” tutti o verranno scelti? e se sì in base a quali dinamiche? rimarranno nei ruoli MEF o verranno agevolati nei transiti verso altre Amministrazioni/sedi di loro scelta?

Ancora una volta dobbiamo evidenziare come non si tratta di spostare faldoni o mobilio, bensì di Persone e delle loro famiglie e questo, per alcuni, diventa troppo spesso un dettaglio quasi insignificante.

Confidiamo che chi di dovere nel MEF abbia fatto le valutazioni del caso ed abbia pronte le dovute argomentazioni a tutela dei propri dipendenti.

Confintesa F.P. c’è!

Roma, 05/12/2019

                                                                                      Coordinatore Nazionale

                                                                                          (Walter Marusic)

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