Corruzione e Mobbing….

Ricevo e, facendola mia, volentieri pubblico questa Bellissima lettera scritta da una Nostra collega, alla quale va tutta la nostra disponibilità e solidarietà.

Leggiamo e Riflettiamo insieme……………..

Fin da quando ero bambina ero a conoscenza dell’esistenza di funzionari corrotti e corruttibili ma, con questo post, non mi voglio soffermare a parlare di episodi passati ma desidero solo poter dire la mia su
questo argomento così attuale e così scottante, ora che sono io dall’altra parte della barricata.

Quello che mi fa più specie è che, in un periodo storico buio come questo, per combattere la corruzione, ormai così ben radicata nel tessuto sociale italiano, si sia dovuto ricorrere a una legge “ad hoc” quando, invece, la corruzione dovrebbe essere combattuta a prescindere dalle norme, in quanto costituisce offesa alla coscienza morale che ha un valore etico di gran lunga superiore a quello delle norme stesse.

Quando ci si trova di fronte a un funzionario corrotto che ci ha chiesto una tangente per concedere quello che invece ci spetta di diritto, il primo dovere del cittadino è quello di denunciarlo e denunciare il fatto
alle forze dell’ordine e a chi di dovere.

Tra l’altro, il funzionario infedele che abusa del suo potere di ufficio per il proprio tornaconto personale lede, con la sua condotta criminosa, anche l’immagine della amministrazione per la quale presta servizio,
creandole un danno all’immagine suscettibile di essere valutato in termini economici.

Ognuno di noi deve avere la forza di fare la propria parte con coraggio, lealtà e determinazione. 

Può accadere in un determinato ambiente lavorativo e, purtroppo, di fatto accade più spesso di quanto non si creda, che chi denuncia si trova a pagare le conseguenze di questo suo atto di lealtà perché ha creato un problema, un fastidio, e ha rotto equilibri. Per assurdo, a seguito della denuncia, si scatena contro  di lui una guerra senza quartiere e senza esclusione di colpi.

Un’ altra faccia della corruzione è infatti il mobbing. Chi denuncia, quindi , viene sottoposto a tutta una serie di angherie e di violenze psicologiche che vengono attuate al solo fine di farlo addivenire a più miti
consigli. Insomma, o si adegua alle regole o, tutt’ al più, deve fare finta di nulla.

Di mobbing ci si può ammalare e ci si ammala davvero se non si ha un carattere talmente forte ,unito a un buon equilibrio psicofisico, in grado di poter sopportare tutto questo, in attesa naturalmente che vengano tempi migliori.

Di contro, il funzionario corrotto continua imperterrito ad agire “contra legem”e, anzi, rafforza il tiro, convinto di essere impunibile.

Si verifica, quindi, il paradosso  in base al quale, con questo sistema, viene attuato un capovolgimento della scala di valori per cui chi compie il proprio dovere viene schernito e biasimato e chi, invece, naviga nel malaffare, viene premiato e riceve stima e rispetto.

La corruzione non si combatte con le leggi o, almeno, non solo con le leggi ma con azioni in linea con saldi principi e valori morali che spingono a dire “No”  e a ribellarsi alla disonestà e a provare riprovazione e sdegno verso chi pratica la corruzione.

La lotta alla corruzione non dev’essere millantata sulla carta ma praticata sul campo, non solo a parole ma con i fatti, con coraggio e decisione,

Ed è sbagliato anche far finta di nulla, chiudendo gli occhi per non vedere, come succede oggi sempre più spesso perché quello che capita agli altri può capitare anche a noi stessi.

Basta a predicare bene ma a razzolare male. Per un mondo migliore e per una società moralmente più sana. Per noi e per i nostri figli.
Per tutti.

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